Oggi, 9 dicembre 2025, un nuovo studio getta luce su una realtà preoccupante che sta investendo la Sardegna. L’isola registra numeri sul gioco d’azzardo decisamente superiori alla media nazionale. Secondo i dati elaborati da Unsic su base Federconsumatori, ogni sardo spende in media 1.678 euro all’anno per giocare in luoghi fisici.
Questo dato supera la media italiana, ferma a 1.563 euro. Anche sul fronte online la situazione è critica. L’indice dei conti attivi nell’isola è pari a 0,38, contro una media nazionale di 0,34. Il costo sociale di questa “febbre” è altissimo: si stimano circa 45.000 giocatori compulsivi in tutta la regione, con un impatto economico di 60 milioni di euro.
Particolarmente allarmante è la situazione nei piccoli comuni. Centri come Pozzomaggiore, Castelsardo e Arborea registrano dati che sono almeno il doppio della media nazionale. In queste realtà, il gioco d’azzardo sembra aver permeato profondamente il tessuto sociale, diventando una problematica diffusa.
A livello nazionale, il quadro non è meno inquietante. Nel 2025 gli italiani hanno “investito” nel gioco la cifra monstre di 170 miliardi di euro, pari al 7,2% del PIL. Questo importo supera la spesa statale per sanità e istruzione. Il mercato online fa la parte del leone con 100 miliardi, trainato dalle scommesse sportive.
I dati sono stati discussi durante la presentazione del libro “Skin Player” del dottor Massimo Persia. L’esperto ha sottolineato come il confine tra divertimento e patologia sia sempre più sottile. “Si stima che in Italia ci siano 1,5 milioni di giocatori patologici”, ha spiegato, evidenziando un aumento preoccupante tra i giovani. La soluzione, secondo Persia, non è il giudizio, ma l’ascolto e la promozione di forme di gioco più sane ed educative.
