La proverbiale rapidità delle democrazie asiatiche ha colpito ancora.
Dopo appena due giorni dall’arrivo in discussione della proposta, oggi 1 dicembre 2020 l’assemblea legislativa di Macao ha rigettato la proposta di abbassare l’età necessaria ai locali per accedere ai casinò.
L’assemblea è attualmente governata dai partiti pro-pechino. Una circostanza comprensibile se si tiene conto delle modalità di elezione: solo 12 componenti su 29 vengono eletti. Gli altri sono nominati in rappresentanza di alcune categorie (come nella ex DDR) mentre Pechino sceglie direttamente i rimanenti membri.
Il progetto avanzato proponeva di abbassare a 18 anni l’età richiesta ai locali macaensi per accedere ai casinò. In questo modo si sarebbero parificate le condizioni di accesso per stranieri, cui bastano i 18 anni, e residenti di Macao che invece debbono attendere il 21 anno di età.
Rimane dunque invariata l’attuale normativa.
D’altro canto, specie dopo questi periodi di grande crisi per il turismo, è lecito aspettarsi provvedimenti volti ad incentivare anche i cicli economici locali. L’ex colonia portoghese, insomma, qualcosa dovrà inventarsi: rimane da veder cosa.