Un’ombra si allunga oggi 14 aprile 2025 sul calcio italiano, rivelando non partite truccate, ma una diffusa dipendenza dal gioco d’azzardo tra i calciatori, gestita attraverso una sofisticata rete illegale. L’inchiesta, partita da Torino e ora a Milano, coinvolge almeno una ventina di atleti, con Nicolò Fagioli e Sandro Tonali come figure centrali già sanzionate, ma con riflessi che toccano molti altri nomi noti della Serie A e non solo.
Il sistema scoperto operava tramite piattaforme di scommesse e poker online illegali, prive di licenza ADM e accessibili solo tramite link e contatti privati. Qui i giocatori piazzavano puntate su poker, slot ed eventi sportivi vari, alimentando una dipendenza spesso nata dalla noia e dalla solitudine. Sorprendentemente, il cuore finanziario dell’operazione era una lussuosa gioielleria milanese. I debiti di gioco venivano saldati attraverso bonifici bancari mascherati da acquisti di orologi di pregio (come Rolex) e gioielli, reando così una facciata lecita per un giro d’affari illecito stimato in oltre 1,5 milioni di euro.
Oltre a Fagioli e Tonali, che avrebbero accumulato debiti per centinaia di migliaia di euro e agito anche come “collettori” portando nuovi clienti al sistema, l’indagine ha coinvolto altri giocatori come Florenzi, Zaniolo, Paredes e McKennie, definiti “meri scommettitori”. Tuttavia, è importante sottolineare che tutti i coinvolti sono presunti innocenti fino a contraria prova.
Dal punto di vista penale, chi ha solo utilizzato le piattaforme illegali rischia sanzioni lievi. Ben più grave è il rischio sportivo: l’articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva vieta ai tesserati di scommettere sul calcio, pena una squalifica minima di tre anni. La Procura FIGC sta valutando le posizioni individuali, considerando anche eventuali collaborazioni e percorsi terapeutici intrapresi.