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Call of Duty: Black Ops 6 censurato in Kuwait. La Guerra del Golfo fa ancora discutere

Il nuovo capitolo della saga sparatutto di Activision, Call of Duty: Black Ops 6, è stato bandito in Kuwait. Il motivo? Probabilmente la rappresentazione della Guerra del Golfo e della figura di Saddam Hussein, considerata controversa dalle autorità locali.

Nonostante il silenzio ufficiale da parte del governo kuwaitiano, Activision ha confermato oggi 28 ottobre 2024 che il gioco “non ha ricevuto l’approvazione per la pubblicazione in Kuwait”. I giocatori che avevano preordinato il gioco hanno ottenuto pronto rimborso. Tuttavia, l’azienda spera ancora, parrebbe, in un ripensamento da parte delle autorità.

Black Ops 6 include missioni ambientate durante l’invasione del Kuwait da parte di Hussein, con scene che rievocano momenti delicati come l’incendio di 700 pozzi petroliferi, un evento che causò gravi danni ambientali ed economici al paese.

Questa rappresentazione, seppur contestualizzata all’interno di un videogioco, ha evidentemente toccato un nervo scoperto in Kuwait, dove la memoria della guerra è ancora viva.

C’è chi, come un analista intervistato da The New Arab, ritiene il blocco inutile, dato che “chiunque lo voglia veramente troverà il modo di acquistarlo” tramite VPN, mercati paralleli o pirateria.

Resta il fatto che la censura di Black Ops 6 in Kuwait solleva interrogativi sulla libertà di espressione e sulla rappresentazione di eventi storici controversi nei videogiochi, un tema che continuerà sicuramente a far discutere.

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