Oggi, 23 novembre 2025, si celebra un anniversario importante per la storia del cinema. Trent’anni fa, il ventidue di novembre 1995, usciva nelle sale “Casinò”, il capolavoro di Martin Scorsese che ha raccontato come nessun altro l’epopea criminale di Las Vegas. Il film, nato dalla penna di Nicholas Pileggi e dalla regia visionaria di Scorsese, è ancora oggi un affresco potente e brutale sull’avidità umana, un’opera che non ha perso un grammo della sua forza.
La pellicola ci porta nella Las Vegas degli anni ’70, quando la mafia controllava ogni aspetto del gioco d’azzardo, dalle slot machine ai tavoli verdi. Robert De Niro interpreta Sam “Asso” Rothstein, un mago delle scommesse messo a capo del Tangiers, un casinò fittizio ispirato allo Stardust. Al suo fianco c’è Nicky Santoro, interpretato da uno spaventoso Joe Pesci, un gangster violento e imprevedibile incaricato di proteggere gli affari della “famiglia”. E poi c’è Ginger, la splendida e tragica Sharon Stone, la donna che innescherà la caduta di questo impero di carte.
“Casinò” non è solo un film sulla mafia, ma un’analisi spietata del sogno americano distorto dal vizio e dal denaro facile. Scorsese ci mostra il lusso sfrenato delle sale da gioco e la violenza brutale che si nasconde dietro le quinte. Il montaggio frenetico lascia senza fiato lo spettatore portandolo a perdersi nel gioco d’azzardo di LV. La sceneggiatura, ricca di dialoghi memorabili, svela i meccanismi di un sistema corrotto, dove politici e poliziotti sono sul libro paga dei boss e dove ogni vincita è solo un prestito temporaneo prima della rovina.
A trent’anni di distanza, il film rimane un monito potente sulla natura del gioco d’azzardo e sulle illusioni che esso vende. Il finale amaro, con la vecchia Las Vegas dei gangster spazzata via dalle grandi corporazioni, segna la fine di un’era romantica e terribile. “Casinò” è un capolavoro estetico e narrativo che ha ridefinito il genere. È un film che ci ricorda come, alla fine, il banco vince sempre, e chi cerca scorciatoie finisce spesso in una buca nel deserto.






