Curiosità

Cos’è un concessionario?

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Il crollo del Ponte Morandi a Genova il 14 Agosto 2018 ha scoperchiato il vaso di Pandora. Da una settimana esponenti del governo continuano a parlare a vario titolo di concessioni e concessionari. Se ne sente tanto parlare in questi giorni, spesso in termini negativi; eppure, magari proprio in questo periodo, ci parliamo tutti i giorni con quell’essere terribile. Le spiagge sono date in concessione: non è che una delle tante. Molte attività mediche sono in concessione. Se state facendo fisioterapia  per il pollicione che doleva, è probabile che stiate andando da un concessionario.

Eh già, perché lo Stato non solo dà in concessione beni fisici che sono di noi tutti, ma anche attività. Ovvero si riserva delle attività e poi decide di darle in “concessione”, pagando chi le fa per conto suo, o lasciando che venga pagato direttamente dal cliente.

Perché fa questo? Perché decide che non è in grado di farlo da solo. Perché servono competenze, flessibilità, o altre cose che mal si conciliano con la macchina statale.

Quindi decide cosa dare ma non solo. Decide anche a chi e come: è lo Stato a fissare i criteri di gara e i requisiti per partecipare nonché le regole della concessione. Nel gioco ad esempio bisogna dare garanzie bancarie (cosi si è sicuri che siano pagati i giocatori) e tecniche, oltre che rispettare una serie di regole e certificazioni che non hanno uguali nel mondo (basti dire che ogni singola giocata viene controllata!) e ovviamente pagare delle tasse, sia sul giocato sia fisse.

Lo Stato di norma non rischia nulla. Incassa e controlla. In questa direzione, si sta diffondendo sempre più nella pubblica opinione il concetto che “i lobbisti del gioco d’azzardo” guadagnano a scapito di giocatori innocenti. Siamo troppo di parte forse, ma i numeri sono numeri.

Mettiamo un attimo da parte i giocatori e le vincite; la roulette, il gioco più famoso, restituisce nella sua versione più giocata 36/37 (i numeri sono 36, zero vince il banco). Quindi oltre il 97% torna ai giocatori e il discorso sulle vincite sarebbe troppo lungo. Ad esempio che “sì ma poi vince solo un giocatore”, oppure pochi. Ma per questo giocano! Nessuno giocherebbe per mettere 100 e vedere indietro 97. Mette 100 e spera di avere 3600. E potremmo continuare, sul fatto che il gioco online legale non può essere truccato e via dicendo. Ma poco importa. Sta di fatto che non pensiate che i grandi giocatori che vedete nei film siano cosi sprovveduti. Più giochi più ti avvicini alla media matematica.

Cosa succede, comunque, di quel 3% che resta? Diciamo che in un mese siano 10.000 €.

Allo Stato (cioè a noi tutti) vanno subito (nello stesso mese) circa 2000 € come tasse sul gioco. Poi ogni anno riscuote i canoni della concessione. Su una società piccola pesano circa altri 1000 €. Quindi arriviamo a 3000. Perciò 7000 vanno al concessionario? No, il concessionario paga IVA senza possibilità di compensazione, diciamo altri 1000 €. Questo perché ha dei costi (personale, vendita, amministrazione) peraltro in buona parte indotti dalle regole (gli illegali sono “piu snelli”). Insomma alla fine, dedotti i costi, se è bravo gli restano da 1500 a 2000 € (altrimenti ci rimette) su cui paga le tasse come tutti (è impossibile fare diversamente nel gioco, è tutto tracciato informaticamente; l’evasione nel settore, almeno per quanto riguarda i ricavi, è semplicemente impossibile). Tra l’altro sull’online c’e’ la massima garanzia per il giocatore come spiegato in un precedente articolo.

Niente di magico, niente Ferrari in garage. Potrebbero vendere qualsiasi altro bene lo Stato affidi. I bandi sono pubblici ed Europei.

I siti illegali invece sono tutta un’altra storia di cui abbiamo già parlato in un precedente articolo. Ma allora se è tutto legale che senso ha vietare la pubblicità?

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