L’industria dei videogiochi è un colosso in continua espansione, ma al suo interno convivono due realtà con dinamiche differenti: il gaming tradizionale, dominante per volumi e profitti, e il gaming in realtà virtuale (VR), un settore in crescita rapidissima che promette di rivoluzionare l’esperienza digitale. Sebbene la VR sia spesso percepita come una nicchia costosa, i numeri indicano un potenziale enorme, pur con sfide ancora da superare per la piena adozione mainstream che al 20 maggio 2025 rimane ancora lontana.
Nel 2024, il mercato globale dei videogiochi ha toccato i 274,51 miliardi di dollari, con stime di crescita fino a quasi 535 miliardi entro il 2030 (CAGR del 10%). Nello stesso anno, il segmento dei giochi VR valeva 4,59 miliardi di dollari, ma le proiezioni indicano un tasso di crescita annuo composto (CAGR) impressionante, superiore al 30% da qui al 2032. Tuttavia, un dato significativo arriva da Steam: solo l’1,5% dei suoi utenti possiede attualmente un visore VR, a testimonianza di una diffusione ancora limitata nel grande pubblico, probabilmente frenata dai costi dell’hardware e dai requisiti tecnici.
Il futuro del gaming sembra orientato verso una convergenza tra le due esperienze. Si prospettano visori VR standalone più potenti, l’espansione del cloud gaming anche alla VR (rendendola accessibile su hardware più leggero), e l’integrazione dell’IA per creare mondi virtuali più reattivi. Alcuni sviluppatori stanno già introducendo modalità VR in titoli convenzionali.
In conclusione, mentre il gaming tradizionale continua a dominare, la VR cresce a un ritmo più sostenuto. La sua piena affermazione dipenderà dalla capacità di abbattere ulteriormente le barriere di costo e accessibilità, con le scelte dei consumatori che guideranno l’evoluzione verso un intrattenimento sempre più immersivo.