Oggi 26 settembre 2023 il Consiglio di Stato, V Sezione, ha emanato una sentenza destinata ad avere un profondo impatto sul mondo italiano del gioco d’azzardo.
Ad attivare il contenzioso era stata una società di pulizie, costituita in forma cooperativa, che aveva partecipato ad una gara indetta dal Casinò di Venezia al fine di aggiudicare il servizio di nettezza dei locali da gioco. Nella lettera di invito, la società Casinò di Venezia Gioco S.p.A. aveva dichiarato di “non essere amministrazione aggiudicatrice o altro soggetto aggiudicatore ai sensi del Codice dei Contratti (D.Lgs. 50/2016)”. Esso ha altresì dato atto che “la procedura di selezione di cui all’oggetto viene posta in essere dal Casinò di Venezia nell’ambito della propria libertà contrattuale e autonomia privata (…) trovando applicazione la disciplina del diritto privato”.
La Cooperativa, non aggiudicataria, aveva ritenuto di impugnare per questo fatto l’assegnazione delle attività di pulizia ad altro ente. Il TAR del Veneto si era già pronunciato sulla vicenda, ma la Cooperativa ha deciso di proporre appello al Consiglio di Stato.
In questa sede i giudici hanno operato considerazioni interessanti, confermando definitivamente la posizione del TAR veneto. Segnatamente, hanno affermato che il Casinò, al pari delle altre tre case da gioco, non è un organismo di diritto pubblico, in quanto , non risponde all’esigenza di realizzare un interesse della collettività.
Esso è invece una attività commerciale, sottoposta al libero gioco della concorrenza. il fatto che il Casinò sia in perdita non esclude che lo stesso svolga attività imprenditoriale e che la perdita subita non costituisce un elemento idoneo a determinare la modifica del rischio della gestione.