Oggi, 15 novembre 2025, il futuro dell’ippica romana è appeso a un filo sottilissimo, con un ultimatum che incombe sul Campidoglio. Il Comune di Roma ha solo due settimane di tempo, fino al 30 novembre, per comunicare al Ministero dell’Agricoltura (Masaf) se l’Ippodromo Capannelle sarà in grado di ospitare la stagione di corse del 2026. La situazione è critica e complessa, aggravata da una “retrocessione” dell’impianto da parte del ministero e dalla perdita di un evento storico come il Derby del trotto, che si sposterà a Torino.
Il problema principale, emerso durante una recente commissione trasparenza, è la gestione immediata dell’impianto. Negli ultimi due anni, il Comune ha gestito la transizione con un accordo “ponte” affidato al vecchio gestore, Hippogroup, società con cui il Campidoglio ha peraltro un contenzioso milionario. Questo accordo, che limitava Hippogroup alla sola gestione delle corse, scade però con la conclusione della gara europea indetta per trovare un nuovo concessionario. Ed è qui che si crea un cortocircuito burocratico.
La gara europea per il futuro di Capannelle, a cui hanno partecipato quattro operatori, è alle battute finali. Tuttavia i tempi non coincidono con la scadenza ministeriale. Le conferenze dei servizi sui progetti si chiuderanno il 28 novembre, ma la votazione finale sull’interesse pubblico avverrà solo nei trenta giorni successivi. Questo significa che il Comune non avrà un nuovo gestore ufficiale in tempo per la scadenza del 30 novembre.
L’assessore allo Sport, Alessandro Onorato, ha confermato di aver chiesto a Hippogroup la disponibilità a continuare la gestione, nelle more della gara. La risposta del vecchio gestore è attesa a ore e sarà decisiva. L’assessore ha ribadito la volontà dell’amministrazione di risolvere una situazione immobilizzata da anni.
In questo clima di incertezza, la preoccupazione più grande è per i lavoratori dell’impianto, molti dei quali hanno già ricevuto l’avvio della procedura di licenziamento collettivo. Onorato ha espresso loro piena solidarietà, promettendo di lavorare per trovare una soluzione che garantisca la continuità occupazionale e sportiva. Il destino dell’ippodromo più blasonato d’Italia si decide, ancora una volta, in una corsa contro il tempo che dura ormai solo quindici giorni.







