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La fine della legislatura arresta i piani di riforma del’Ippica

La fine anticipata della legislatura ha avuto ripercussioni negative su molti progetti in fase di studio più o meno avanzato.

Urgentissimi sono ora la riforma della giustizia e del catasto, richieste come condizioni dall’Europa per l’erogazione di una parte degli aiuti internazionali.

Ma altrettanto urgenti, almeno per alcuni settori, erano altre riforme finalmente allo studio e attese da anni.

Tra queste, nel mondo dei giochi, la riforma dell’ippica, che il governo Draghi aveva in preparazione presso la commissione Agricoltura del Senato.

Il Mipaaf e il Mef hanno revocato all’ultimo il taglio dei finanziamenti agli ippodromi, previsto per il 2022, ma non hanno riservato nessuna garanzia al 2023.

Il presidente del Coordinamento Ippodromi D’Alesio si è reso disponibile a collaborare con tutte le forze politiche per stilare un progetto di rilancio del settore ippico.

Al 28 luglio 2022 però tutto tace e nessuno dei maggiori partiti ha messo in programma una riforma del sistema dell’ippica. In Italia gli ippodromi sono attivi in 34 città da Nord a Sud.

 

 

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