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Le origini della tombola natalizia tra gioco e leggenda

La tombola, gioco immancabile delle feste natalizie, ha origini tutte napoletane e affonda le sue radici in una disputa tra fede e gioco d’azzardo. Oggi 20 dicembre 2024, a pochi giorni del Natale, ripercorriamo una famosa leggenda sulla sua genesi.

Correva l’anno 1734 quando re Carlo III di Borbone, desideroso di regolamentare il gioco del lotto per rimpinguare le casse statali, si scontrò con l’opposizione del frate domenicano Gregorio Maria Rocco, che lo considerava immorale. Il popolo, però, non voleva rinunciare al suo passatempo preferito, soprattutto durante le festività.

Fu così che nacque la tombola, una versione “casalinga” del lotto, giocata con un tabellone e cartelle con numeri da coprire a mano a mano che venivano estratti. Ma la vera particolarità della tombola napoletana è la Smorfia, un libro che associa ad ogni numero un significato, spesso legato alla tradizione popolare e al mondo dei sogni.

L’origine del termine “Smorfia” è incerta, ma si pensa derivi dal nome di Morfeo, il dio greco dei sogni. La Smorfia aggiunge un tocco di magia e mistero al gioco, trasformando ogni numero in un simbolo, un presagio o un messaggio da interpretare.

Così, il 90 diventa la “paura”, il 75 il “il pagliaccio”, il 17 la “disgrazia”, ma anche il 5 “la mano” e il 10 “i fagioli”, o il 48 “morto che parla”.

La tombola napoletana, con la sua Smorfia, è molto più di un semplice gioco: è un rito, una tradizione che unisce generazioni e racconta la storia e la cultura di Napoli. Un modo per divertirsi, ma anche per sognare e interpretare la realtà con un pizzico di ironia e fantasia.

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