La primavera a Istanbul è tutt’altro che tranquilla. Gas lacrimogeni e blindati fanno da sfondo alle manifestazioni scoppiate dopo l’arresto del sindaco Ekrem Imamoglu. Ma tra le cariche della polizia e i blackout informativi, a emergere come simbolo inatteso della protesta è un fulmine giallo: Pikachu. Un manifestante travestito dal celebre Pokémon sfida le forze dell’ordine, incarnando la speranza di una generazione cresciuta tra algoritmi e divieti.
Il Pokémon, personaggio più iconico dell’omonima serie di videogame, incarna nel suo costume la spensieratezza e la serietà della gen-z che non rinuncia all’ironia nemmeno nelle proteste.
La risposta del governo turco non si è fatta attendere: in dieci giorni si contano quasi duemila fermi. Anche la stampa internazionale è stata colpita, con l’arresto e l’espulsione di almeno altri dieci giornalisti esteri. Ma a testimoniare la situazione rimangono figure come il manifestante Pikachu, la ragazza che legge un libro di fronte ai blindati, il violinista che suona nella notte e il derviscio danzante con la maschera antigas.
La scintilla della protesta è stata la sentenza che ha portato all’arresto per presunta corruzione di Imamoglu, figura di spicco dell’opposizione e considerato l’unico in grado di contrastare Erdogan. Nonostante le regole lo escluderebbero dalla corsa nel 2028, Imamoglu ha annunciato la sua candidatura alle prossime presidenziali. Un segnale è arrivato dalle primarie del Chp, che domenica scorsa hanno registrato 15 milioni di votanti.
Tuttavia, l’agitazione non è ben vista dai mercati. Nei giorni successivi all’arresto di Imamoglu, la Borsa di Istanbul ha subito una perdita del 17%, e la Banca centrale ha bruciato 11,5 miliardi di dollari per arginare il crollo della lira turca. Nel tentativo di spegnere le proteste, il governo turco ha allungato oggi 5 aprile 2025 le vacanze per la fine del Ramadan, chiudendo scuole, università e uffici.