Un noto campione internazionale di poker bolognese è finito nel mirino della Guardia di Finanza per presunta evasione fiscale. Le Fiamme Gialle di Bologna hanno denunciato alla Procura della Repubblica Enrico Camosci, 31 anni, accusandolo di non aver dichiarato al Fisco italiano vincite per oltre 1,5 milioni di euro.
L’operazione si inserisce in un’attività di controllo più ampia promossa dal Comando Provinciale della GDF di Bologna, mirata a verificare la posizione fiscale dei cosiddetti “lavoratori sportivi”, categoria introdotta dalla recente riforma dello sport che include anche i professionisti dell’e-sport e del poker sportivo. L’attenzione dei militari del Nucleo Operativo Metropolitano si è concentrata su Camosci, considerato uno dei migliori giocatori italiani e mondiali di poker live, in particolare nella variante Texas Hold’em.
Secondo quanto accertato dagli inquirenti, le somme non dichiarate deriverebbero da importanti vittorie ottenute in tornei internazionali svolti prevalentemente al di fuori dell’Unione Europea. La normativa fiscale italiana è chiara su questo punto: mentre le vincite conseguite in case da gioco all’interno dell’UE sono generalmente soggette a ritenuta alla fonte e quindi esenti da ulteriori dichiarazioni in Italia, i premi vinti in Paesi extra-UE devono essere interamente dichiarati come redditi da lavoro autonomo o redditi diversi.
Per ricostruire i redditi non dichiarati dal giocatore, la Guardia di Finanza ha collaborato strettamente con l’Agenzia delle Entrate, incrociando dati e informazioni reperite anche tramite ricerche su siti web specializzati nel monitoraggio dei risultati dei tornei di poker e sui social network. L’indagine ha così permesso di individuare e “recuperare a tassazione” oltre 1,5 milioni di euro derivanti dall’attività sportiva professionistica svolta all’estero da Camosci. Ovviamente si tratta solo di una denuncia: il processo farà il suo corso e verificherà la fondatezza delle accuse, ad oggi 29 aprile 2025 ancora ipotetiche.