Giorgio Contu, ex responsabile del settore giovanile dell’Arezzo, è stato squalificato per tre anni e multato di 25.000 euro dal Tribunale federale nazionale della FIGC per aver effettuato tre scommesse illecite sulla partita di Serie A Roma-Torino del febbraio ’24. La sentenza, emessa lo scorso 23 gennaio, si basa sull’articolo 24 del Codice di giustizia sportiva che vieta ai tesserati di effettuare scommesse su partite organizzate nell’ambito della FIGC, FIFA e UEFA. Contu avrebbe effettuato le scommesse presso un’agenzia Sisal di Arezzo, vincendo 4.200 euro.
Tuttavia, il caso presenta diverse incongruenze. Contu ha negato di aver effettuato le scommesse e ha dichiarato di aver denunciato lo smarrimento del documento d’identità utilizzato per riscuotere le vincite mesi prima. La difesa ha inoltre presentato una perizia calligrafica che mette in dubbio l’autenticità della firma sulla scheda di riscossione.
Nonostante ciò, la Procura federale ha confermato l’identificazione di Contu presso il punto scommesse, basandosi sulla testimonianza dell’operatore. La condanna è arrivata anche a causa della particolarità della giustizia sportiva, dove l’imputato deve dimostrare la propria innocenza, a differenza del principio del garantismo vigente nella giustizia ordinaria.
Contu e il suo avvocato hanno presentato ricorso e l’udienza è fissata per il 7 marzo. Da oggi 19 febbraio 2024 e fino ad allora, entrambi si astengono da ulteriori dichiarazioni, ribadendo la loro posizione espressa durante il dibattimento. Il caso Contu solleva dubbi e interrogativi sulla giustizia sportiva e sul suo funzionamento, in particolare per quanto riguarda l’onere della prova e la tutela dei diritti dell’imputato. Se invece la sentenza si confermerà, il plauso andrà alla procura e agli altri operatori di giustizia.