Oggi, 6 dicembre 2025, un terremoto giudiziario ha investito il Casinò di Saint-Vincent, svelando indizi un sistema di riciclaggio vasto e ben oliato. La Procura di Aosta riteine di aver scoperto quella che gli inquirenti hanno definito una vera macchina di riciclo di denaro. Al centro dello scandalo ci sono due funzionari della casa da gioco e una rete di imprenditori compiacenti.
Il meccanismo era semplice quanto efficace. Buste e valigie piene di contanti, frutto di evasione fiscale, arrivavano direttamente negli uffici del Casinò. Qui, grazie alla complicità di alcuni funzionari, il denaro si tramutava in fiches del Casinò di Saint-Vincent.
Dopo aver simulato qualche giocata ai tavoli verdi, il denaro veniva riconvertito. Non più in contanti, ma tramite un bonifico ufficiale del Casinò, giustificato come “vincita di gioco”. In questo modo, circa 1,8 milioni di euro sono stati ripuliti e resi legali agli occhi del fisco.
Per questo “servizio”, i funzionari incassavano mazzette precise. Il tariffario variava dai 50 euro per piccole somme fino a 2.000 euro per cambi massicci da oltre 200.000 euro. Tra gli indagati spicca il nome di Aldo Spinelli, noto imprenditore portuale genovese, accusato di aver usufruito del sistema.
La Guardia di Finanza ha eseguito sequestri per 5 milioni di euro in tutta Italia, dalla Lombardia alla Sicilia. L’indagine è partita da frodi fiscali di aziende metallurgiche piemontesi. L’amministrazione del Casinò di Saint-Vincent ha preso le distanze, annunciando provvedimenti immediati contro i dipendenti infedeli.
