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The First Berserker: Khazan si presenta al mondo: analisi di un gioco “difficile”

“The First Berserker: Khazan” si presenta come un’esperienza “souls-like” di notevole fattura, capace di mettere a dura prova anche i giocatori più esperti. L’impressione è quella di un titolo curato e rifinito, che punta a una nicchia di giocatori alla ricerca di sfide impegnative.

La struttura di gioco prevede una campagna principale divisa in missioni, con missioni secondarie sparse per le mappe. La progressione è quella tipica dei “souls-like”, con corpse run e statistiche da potenziare. Ogni arma ha alberi di abilità dedicati e mosse speciali, e il sistema di loot permette di creare build personalizzate.

La vera peculiarità di “Khazan” è la sua difficoltà, calibrata per offrire una sfida costante e crescente. Ogni boss è un muro insormontabile, che richiede strategie precise e tempismo impeccabile. Il sistema di combattimento, incentrato su parate perfette e schivate all’ultimo istante, offre grande soddisfazione, con combo spettacolari e finiture brutali. Il gioco non fa sconti, e i boss richiedono ingegno e adattabilità. Abilità difensive ben congegnate vengono messe alla prova da attacchi elementali e status alterati. La progressione è ardua, ma ogni morte insegna qualcosa, spingendo il giocatore a sperimentare nuove strategie.

La stampa internazionale, che ad oggi 26 marzo 2025 è uscita con le recensioni del gioco, è assai variegata: 10/10 per GamingTrend, 9,5 per PS Universe, 9 per CGMagazine, 8,5 per Voxel, 8 per PC Gamer, 7 per Digital Trends. Sebbene il titolo raggiunga sempre la sufficienza, si ha l’impressione che il pubblico si divida tra chi sembra apprezzare la sfida e i combattimenti contro i boss, e chi rileva la mancanza di personalità e la ripetitività rischiano di rendere il gioco poco memorabile.

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