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Videogiochi a 100 Dollari? Per Greg Reisdorf Call of Duty è Inevitabile

Videogiochi 100 dollari

Oggi, 26 dicembre 2025, mentre il mondo smaltisce il pranzo di Natale, si riaccende una polemica scottante. Greg Reisdorf, ex-director del multiplayer di Call of Duty, ha lanciato una previsione amara. L’era dei videogiochi venduti a 100 dollari (e presumibilmente oltre i 100 euro in Europa) è alle porte. Non è una questione di “se”, ma di “quando”.

Secondo Reisdorf, l’industria è in una fase di stallo alla messicana. I costi di produzione sono esplosi e la crisi del settore morde. Tuttavia, nessun editore vuole essere il primo a infrangere il tabù psicologico delle tre cifre. Tutti hanno paura della reazione del pubblico. Un esempio recente è il caso di The Outer Worlds 2: Microsoft aveva tentato di piazzarlo a 80 dollari, ma le proteste immediate hanno costretto a una rapida retromarcia verso i 70 dollari standard.

Ma chi avrà il coraggio di fare il salto e vendere videogiochi a 100 dollari? Per Reisdorf c’è un solo candidato credibile: Grand Theft Auto VI. Il titolo di Rockstar Games è l’unico con una forza mediatica tale da poter imporre un prezzo simile e ottenere comunque un successo planetario.

La giustificazione risiederebbe nel valore offerto. “Si ottiene ciò per cui si paga”, sostiene l’ex sviluppatore. Titoli immensi, che combinano campagne cinematografiche e modalità online supportate per anni (con relativi costi dei server), offrono un monte ore che giustificherebbe l’aumento.

Se GTA VI dovesse davvero rompere gli argini, l’effetto domino sarebbe immediato. Altri colossi come Call of Duty si accoderebbero all’istante, normalizzando il nuovo standard. La soglia degli 80 euro, che oggi ci sembra alta, potrebbe presto diventare un ricordo “economico”.

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