Nel Regno Unito soffiano venti di cambiamento per il settore del gioco d’azzardo. Il nuovo governo laburista, alle prese con un deficit di 22 miliardi di sterline, starebbe infatti considerando un significativo aumento delle tasse per casinò online e bookmaker. L’obiettivo? Generare nuove entrate per risanare le finanze pubbliche, con stime che parlano di un gettito extra tra i 900 milioni e i 3 miliardi di sterline.
A spingere in questa direzione sarebbe Derek Webb, ex giocatore di poker e figura di spicco tra i donatori del partito laburista. La proposta, riportata oggi 14 ottobre 2024 dalle cronache, che ha già acceso il dibattito nel Paese, prevede il raddoppio dell’imposta generale sulle scommesse, portandola dal 15% al 30%, e un’impennata ancora più marcata per l’imposta sul gioco a distanza, che passerebbe dal 21% al 50%.
Mentre il ministero del Tesoro non si è ancora pronunciato ufficialmente, le reazioni non si sono fatte attendere. Il Betting and Gaming Council, che rappresenta gli operatori del settore, ha subito lanciato l’allarme sul rischio di un’impennata del gioco illegale, un fenomeno già osservato in altri Paesi che hanno adottato misure simili. Dall’altro lato, voci critiche si levano contro l’influenza della lobby “anti-gioco d’azzardo” sulle decisioni del governo.
Anche gli esperti del settore esprimono preoccupazione. Dan Waugh, consulente di Regulus Partners, avverte che un aumento eccessivo delle tasse potrebbe avere ripercussioni negative sui consumatori, costretti a sostenere costi più elevati.
Tra le varie proposte in campo, quella dell’Institute for Public Policy Research (Ippr) suggerisce un approccio più mirato, con un raddoppio delle tasse sui prodotti considerati più dannosi, come i giochi da casinò online, e il mantenimento degli attuali livelli di tassazione per lotterie e bingo.