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La polemica del colonialismo dei giochi da tavolo come Risiko! e Caracassonne

Un lungo articolo uscito ieri ha reso noto anche in Italia al grande pubblico il dibattito che da tempo vede al centro i giochi da tavolo, e la loro presunta inclinazione per il colonialismo.

Veniamo oggi 4 gennaio 2023 a riassumere in breve i principali punti della polemica.

Moltissimi giochi da tavolo, forse la maggioranza, si basa sul principio di occupazione dei territori e di sfruttamento delle relative risorse. La struttura appena descritta è comune ad esempio ai popolarissimi eurogames o giochi alla tedesca, che dagli anni ’90 dominano il settore.

Il primo, Coloni di Catan, si ambientava in una terra inesplorata e inesistente. Dopo la sua uscita però hanno proliferato categorie di giochi che collocano le proprie narrazioni in luoghi peculiari, come l’America del Seicento, l’Asia del Settecento o l’Africa dell’Ottocento, le cui storie si legano in maniera indissolubile agli eccessi del colonialismo.

A ciò si aggiunga che una parte dell’opinione pubblica, americana ma in misura crescente anche europea, ha una sensibilità molto acuta su questi temi.

Per questi motivi alcuni giochi, come Puerto Rico, Goa, Archipelago, o Scramble for Africa, hanno espressamente inserito nei propri libretti di istruzioni degli avvisi ai giocatori.

Altri produttori invece hanno lanciato una vera e propria sfida a questa mentalità, lanciando sul mercato giochi dichiaratamente anticolonialisti ed alieni alle dinamiche degli eurogames: Spirit Island è forse il più famoso al momento.

 

 

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