Il Conclave per eleggere il successore di Papa Francesco si avvicina e l’attenzione globale è altissima, non solo tra i fedeli ma anche sui mercati delle scommesse internazionali. Sebbene puntare sull’elezione del Pontefice sia severamente vietato in Italia, all’estero il “Toto-Papa” è un mercato fiorente che sta registrando volumi record.
Piattaforme di gioco evidenziano un interesse senza precedenti: il mercato papale ha già superato i 4,5 milioni di dollari di volume scommesso, una cifra che testimonia la portata globale dell’evento. L’analisi delle quote e dei flussi di scommessa offre uno spaccato interessante sulla percezione dei “papabili” da parte degli scommettitori internazionali. Ad oggi 24 aprile 2025 le quote e i flussi di scommessa sono in continua evoluzione.
Attualmente, il favorito numero uno è il Cardinale italiano Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano. Le sue quote si attestano tra 1.8 e 2.5, suggerendo una probabilità di elezione percepita intorno al 31%. Su di lui sono già confluiti oltre 1,3 milioni di dollari di puntate. Al secondo posto si colloca il Cardinale filippino Luis Antonio Tagle, figura molto popolare in Asia, con quote tra 3.0 e 4.8 (circa 23% di probabilità) e volumi per circa 800.000 dollari.
Seguono a distanza tre outsider principali, tutti con una probabilità stimata intorno al 10%. Essi sono l’ungherese Péter Erdő (forte in Europa Orientale, ~$400k scommessi), il ghanese Peter Turkson (già papabile in passato, ~$350k scommessi) e l’italiano Matteo Zuppi (figura progressista, ~$270k scommessi ma in crescita). Le quote, ovviamente, sono soggette a continue fluttuazioni in base a notizie e indiscrezioni.
È fondamentale ribadire che in Italia è illegale offrire o piazzare scommesse sull’elezione papale. La normativa ADM (ex AAMS) esclude eventi religiosi per incompatibilità etica e per la natura “non oggettivamente verificabile” richiesta per le scommesse autorizzate.
Nonostante ciò, il mercato estero del Toto-Papa continua a prosperare. Parolin guida i pronostici, ma come recita un vecchio adagio sul Conclave, “Chi entra Papa, esce Cardinale”: l’imprevedibilità resta la vera costante.