Oggi, 16 luglio 2025, con l’estate nel suo pieno splendore, c’è un’immagine che più di ogni altra cattura lo spirito della stagione: una palla che vola sopra una rete, sulla sabbia dorata. Il beach volley non è semplicemente uno sport, ma un vero e proprio rito estivo. È il suono delle schiacciate che si mescola con quello delle onde, è la sabbia che attutisce i tuffi, è un passatempo che unisce amici e sconosciuti in partite combattute fino all’ultimo raggio di sole. Un gioco senza tempo che continua a conquistare per la sua semplicità e il suo divertimento.
Nato come passatempo sulle spiagge di Santa Monica, in California, intorno agli anni ’20, il beach volley si è evoluto enormemente. Da semplice gioco tra amici, si è trasformato in uno sport professionistico e spettacolare, fino a diventare una disciplina olimpica ufficiale a partire dai Giochi di Atlanta del 1996. Questa evoluzione, però, non ha intaccato la sua anima originaria. Il bello del beach volley è che chiunque può giocarlo. Bastano un pallone, una rete e un piccolo spazio sulla sabbia per dare il via alla sfida.
Le regole fondamentali sono semplici e intuitive, pensate per un gioco veloce e dinamico. Si gioca due contro due, senza sostituzioni. Ogni squadra ha a disposizione un massimo di tre tocchi per mandare la palla nel campo avversario. A differenza della pallavolo indoor, il tocco del muro conta come primo tocco. Si segna un punto a ogni azione (rally point system) e un set si vince a 21 punti, con almeno due punti di scarto. Ogni 7 punti, le squadre cambiano campo, una regola fondamentale per bilanciare l’effetto di sole e vento.
Il beach volley è l’attività estiva perfetta. È un allenamento completo che migliora riflessi, potenza e resistenza, ma lo fa in modo così divertente da non far sentire la fatica. Giocare sulla sabbia, inoltre, aumenta lo sforzo muscolare ma riduce lo stress sulle articolazioni. È soprattutto uno sport sociale. La comunicazione con il proprio partner è essenziale per vincere, creando un forte legame di squadra. Per chi è alle prime armi, i consigli sono pochi ma fondamentali: imparare a leggere la traiettoria della palla, comunicare sempre con il compagno e, soprattutto, non aver paura di tuffarsi