È in discussione in queste ore del 14 aprile 2023, nelle camere legislative del Nevada, una proposta di legge che, se varata, autorizzerebbe il governo a stilare e pubblicare una lista nera di tutti i bari del poker online.
La cosa curiosa è che alla proposta di legge si oppone, in prima linea, l’unico fornitore di servizi di poker online dello Stato: infatti l’azienda Caesars Interactive Entertainment, proprietaria di WSOP ovvero dell’unica piattaforma di poker online dello Stato, ha protestato ufficialmente ottenendo anche di poter esporre le proprie ragioni in un’audizione parlamentare.
Secondo la compagnia una simile lista nera, oltre ad obbligarla ad ulteriori adempimenti, per giunta molto delicati per via della riservatezza dei dati personali in gioco, la screditerebbe senz’altro agli occhi dei suoi utenti che si sentirebbero sbugiardati e traditi pubblicamente.
Inoltre, i rappresentanti della Caesars IE hanno anche palesato i propri timori di ricevere, dopo la pubblicazione della legge, una quantità immane di querele per indebita inclusione e diffamazione da chi, poco contento, vedrebbe il suo nome apparire nella lista dei bari dello Stato.
I lobbisti, insomma, sono decisamente contrari all’entrata in vigore di questo provvedimento che -a loro dire- non aiuterebbe l’industria del gioco. La proposta nasce, occorre però riferire per completezza d’informazione e dovere di cronaca, da un recente caso che ha suscitato molto clamore.
Pare infatti che, proprio sul sito, un account di un giocatore semisconosciuto abbia vinto cinque braccialetti stracciando molti giocatori affermati: malgrado gli alti standard di sicurezza impiegati dagli operatori online, alcuni osservatori hanno suggerito che un simile exploit possa essere spiegabile con l’utilizzo, sfuggito ai controlli, di strumenti illeciti.
