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La Corte respinge l’appello e dà il via libera all’acquisto di Activision Blizzard da parte di Microsoft

La corte d’appello del Nono Circuito degli USA ha respinto la richiesta della Federal Trade Commission (FTC) di bloccare l’acquisizione di Activision da parte di Microsoft. Essa ha perciò stabilito, oggi 15 luglio 2023, che l’operazione può procedere anche in pendenza del giudizio. Di conseguenza, una volta scaduto l’ordine restrittivo, l’acquisizione potrà concludersi.

La FTC aveva tentato di bloccare l’acquisizione di Activision fino alla decisione definitiva sull’appello. Questa mossa, effettuata dall’organo antitrust americano, ha suscitato una forte critica da parte di Microsoft, che ha accusato la commissione di favorire Sony e ha richiesto alla corte d’appello del Nono Circuito di non stravolgere le procedure normali sulla base di una richiesta che ritiene illegittima.

Dopo la decisione della corte d’appello, non ci sono più ostacoli che impediscono a Microsoft di completare l’acquisizione di Activision una volta scaduto l’ordine restrittivo. L’azienda potrebbe annunciare il completamento dell’acquisizione nelle prossime ore. In alternativa, potrebbe decidere di attendere fino a lunedì per capire che posizione prenderanno le Corti del Regno Unito, il cui antitrust ha egualmente impugnato il progetto di fusione.

A seguito del rifiuto della corte d’appello di procedere con il blocco della transazione, il presidente di Microsoft, Brad Smith, ha scritto in un tweet che l’azienda “apprezza la rapida risposta della corte del Nono Circuito in merito alla mozione della FTC per rallentare ulteriormente l’acquisizione di Activision: si tratta di un ulteriore passo verso il traguardo in questa maratona di approvazioni internazionali.”

La corte d’appello del Nono circuito, la cui giurisdizione si estende a tutte la costa Ovest degli US compresi Washington e California, non ha ritenuto necessario il mantenimento del provvedimento inibitorio cautelare. Microsoft potrà ora procedere a versare gli oltre 69 miliardi di dollari dovuti alla vecchia proprietà, sempre che non decida all’ultimo di cambiare idea visto il polverone di polemiche che ciò ha sollevato.

 

 

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