Recentemente, documenti certi emersi hanno rivelato tentativi dei produttori di armi di utilizzare videogiochi per promuovere i loro prodotti tra i giovani, sollevando preoccupazioni riguardo alla loro influenza sui minori. In particolare, alcuni documenti riguardanti Call of Duty: Modern Warfare 2 del 2009 e accordi tra Activision Blizzard e la Remington Arms sono finiti al centro dell’attenzione oggi 17 ottobre 2023.
Questi documenti, resi pubblici in un procedimento legale avviato dai genitori delle vittime del tragico evento della scuola elementare di Sandy Hook nel 2012, rivelano una collaborazione tra la Remington e Freedom Group, all’epoca proprietaria di Remington Arms, e i produttori di videogiochi. L’obiettivo era raggiungere una nuova generazione di potenziali acquirenti, utilizzando i videogiochi come veicolo di promozione.
Uno dei documenti dichiara: “Con l’aumento dell’urbanizzazione e la diminuzione dell’accesso alle aree di tiro/caccia, uno dei principali mezzi per i giovani di entrare in contatto con armi da fuoco e munizioni sono i videogiochi.” L’obiettivo era far sì che i giovani si interessassero e acquistassero armi, contribuendo così a consolidare la posizione del marchio tra le generazioni future.
Un accordo emblematico fu stipulato nel 2009 tra Remington e Activision Blizzard per inserire un fucile militare ACR in Call of Duty: Modern Warfare 2. Questa mossa, tuttavia, non fu priva di controversie all’interno di Remington, con alcune voci che esprimevano preoccupazione per il possibile impatto negativo sulla reputazione del marchio.
Anche se queste collaborazioni sollevarono dubbi, l’industria delle armi ha spesso cercato di incolpare i videogiochi per fenomeni di violenza armata. Questa rivelazione suscita ulteriori interrogativi sulla connessione tra i videogiochi e la promozione delle armi, ponendo in evidenza le complesse dinamiche tra queste due industrie.