Oggi, 14 luglio 2025, il governo thailandese ha ufficialmente fermato il percorso verso la legalizzazione dei casinò nel Paese. Con una mossa che era ampiamente nell’aria, il gabinetto ha approvato il ritiro del cosiddetto “Entertainment Complex Bill”. Questo importante disegno di legge avrebbe autorizzato la creazione di grandi resort integrati con casinò, con l’obiettivo di rivoluzionare l’industria del turismo nazionale. La decisione, richiesta dal Ministero delle Finanze, è una diretta conseguenza della grave crisi politica che sta attraversando il governo di coalizione.
La marcia del provvedimento verso l’approvazione si è bruscamente interrotta a causa di una forte instabilità ai vertici dello Stato. Un fattore determinante è stata la sospensione della prima ministra Paetongtarn Shinawatra, avvenuta il 1° luglio. La sua sospensione è seguita a una controversa telefonata, successivamente trapelata, con l’ex primo ministro della Cambogia. Questo evento ha scatenato un vero e proprio terremoto politico, portando alla nomina di un primo ministro ad interim e creando un clima di incertezza.
A peggiorare la situazione, già a metà giugno, il partito Bhumjaithai, secondo gruppo più numeroso della coalizione di governo, aveva deciso di ritirarsi dall’amministrazione, citando proprio la telefonata come motivo della rottura. L’uscita di questo partner ha significativamente indebolito la maggioranza del governo in parlamento, rendendo più complesso il percorso di approvazione di leggi importanti e controverse come quella sui casinò.
Nonostante il ritiro, alcuni membri del governo rimangono ottimisti. Il vice ministro delle Finanze, Julapun Amornvivat, ha espresso il suo rammarico per la battuta d’arresto. Ha definito il ritardo “un’opportunità persa” per il turismo thailandese, ma si è detto fiducioso che il disegno di legge verrà riconsiderato e approvato in futuro. Secondo Amornvivat, la coalizione di governo detiene ancora la maggioranza necessaria e non ci sarebbero opposizioni interne al progetto.
Tuttavia, il futuro della legge è ora strettamente legato alla risoluzione della crisi politica. La proposta di creare complessi di intrattenimento per competere con altre potenze turistiche asiatiche, come Singapore e le Filippine, è per il momento congelata.