Oggi 2 giugno 2024 nuove accuse piovono sui videogame, sempre a causa della vicenda di Salvador Ramos, un giovane di 18 anni, che due anni fa ha compiuto una delle sparatorie a Uvalde, Texas, uccidendo 19 persone e ferendone altre 17. Ramos ha colpito una scuola elementare conun fucile AR-15, acquistato online. L’intervento tardivo della polizia, avvenuto 78 minuti dopo, ha suscitato forti critiche. Ora le famiglie delle vittime hanno fatto causa a Meta, Daniel Defense e Activision Blizzard, accusandoli di contributo indiretto alla tragedia.
Meta, che possiede Facebook e Instagram, viene accusata di negligenza per non aver adeguatamente supervisionato i contenuti, permettendo la diffusione di marketing aggressivo di armi da fuoco verso giovani come Ramos. Daniel Defense, la fabbrica di armi da cui Ramos ha acquistato il fucile, affronta accuse di marketing aggressivo. Activision Blizzard, creatrice del videogioco Call of Duty, è accusata di promuovere violenza attraverso i suoi contenuti realistici.
Le accuse contro Activision Blizzard suscitano particolare controversia. Secondo la causa, Call of Duty crea un ambiente di violenza realistico in cui gli adolescenti imparano a uccidere con facilità. Tuttavia, numerosi studi contestano questa tesi. Non esiste una correlazione scientificamente comprovata tra videogiochi e comportamenti violenti. Vari studi non hanno mai trovato alterazioni significative legate all’aggressività tra giocatori abituali di titoli violenti e non giocatori. Inoltre, recenti studi hanno evidenziato i potenziali benefici cognitivi ed espressivi dei videogiochi, anche quelli violenti.
Activision Blizzard ha risposto sottolineando che milioni di persone giocano a videogiochi senza ricorrere ad atti di violenza. Accusare i videogiochi di causare violenza distoglie l’attenzione da problemi più complessi come la salute mentale e l’accesso alle armi. La violenza è un fenomeno multifattoriale, e i videogiochi, nonostante il loro contenuto violento, non rappresentano l’unico né il principale fattore scatenante.
Inoltre il fenomeno delle sparatorie nelle scuole, confinato principalmente negli US, sembra ricollegarsi con maggior facilità ad altri fattori endemici come la diffusione delle armi da fuoco e della relativa cultura della guerra.